Tempo fa mi scrisse una mamma perché ricevette una lettera dal Comune dove veniva gentilmente comunicato che nelle scuole dell’infanzia, dove si recava il suo piccolo figlio di 2 anni, si sarebbe somministrato anche un meraviglioso alimento: il WURSTEL.
Quando lesse la lettera sobbalzo dalla sedia!
Nella sua mente si visualizzarono tutti gli incidenti di cui aveva letto negli anni passati di bambini che avevano perso la vita per un pezzetto di wurstel.
Possibile che proprio chi si doveva occupare di questa delicata tematica non aveva tenuto conto di questo?
In quella settimana ricevetti decine e decine di lettere di genitori allarmati perché – come tutti sanno – il Wurstel è spesso citato nelle cronache per essere la causa di ostruzioni mortali in bambini piccoli.
La cronaca è piena di articoli , purtroppo, anche recenti:
http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/wurstel_e_detersivo_tutti_i_precendenti/notizie/259482.shtm
In realtà il problema non è l’alimento in se e per se, ma le modalità di somministrazione, e la TOTALE assenza di preparazione per il tramite di corsi di PBLSD del personale scolastico che spesso (NON sempre) non è certificato con retraining attivo (i corsi deputati a salvare un bambino in questi casi).
Infatti in Italia ancora NON esiste un codice comportamentale per la somministrazione di taluni alimenti, e quindi se lasciato al buon senso di chi si occupa di erogare pasti, può crearsi qualche incidente anche grave.
All’estero (negli USA per la precisione) si stà cominciando ad affrontare la questione con professionalità: leggi ad hoc per definire il diametro dei wurstel che possono essere somministrati ad un bambino sotto ai 6 anni, il famoso taglio longitudinale di sicurezza e poi in piccoli pezzettini per essere oltre che più digeribili, anche sicuri.
Oltre a questo la maggiore attenzione nell’inserimento delle diete di alimenti che – pur essendo sani -percentualmente sono causa di numerosi incidenti.
Cosa fare quindi ? Di certo quando si parla di Wurstel, mozzarella, pomodorini pachino, ciliegie, uva, nocciole,..la nostra attenzione deve necessariamente essere maggiore, se abbiamo un bimbo di meno di 36 mesi.
Infatti la curva comincia a scendere dopo tale età, ma i rischi non spariscono del tutto.
Quindi l’auspicio è che chi definisce le diete, si rivolga a medici, pediatri e chi tratta dati epidemiologici con le percentuali di incidenti con annesso il registro dei maggiori alimenti pericolosi.
Solo così proteggeremo davvero la vita di ogni bambino, o eliminando gli alimenti pericolosi, o fornendo le modalità di somministrazione per renderli inoffensivi.
A breve un articolo importante su COME trattare questi alimenti…