Molti anni fa come medico volontario iniziai una serie di lezioni conte teoria e pratica, ai ragazzi delle scuole medie grazie ad una maestra illuminata di nome Laura. Era la compagna di un caro collega di corso e lei credeva fermamente che il messaggio ai ragazzi di 12 anni, su come salvare un bambino in caso di ostruzione da corpo estraneo, potesse essere un modo per far comprendere loro il Valore reale della vita.
Io SONO e quindi posso aiutare una persona in difficoltà con il mio FARE e compiere una azione ETICA e SOCIALMENTE UTILE. Fu un successo e i ragazzi delle medie di questa scuola di Roma rimasero.. entusiasti.
Settimane dopo iniziammo con alcuni licei e la risposta fu sorprendente: io mi sarei immaginato un gruppo di ragazzi indemoniati e ribelli per nulla interessati, e invece rimasi colpito dalla attenzione e dalla professionalità che vedevo in quei giovani ragazzi.
Quasi non credevo a ciò che stavo vivendo. E già perché avere l’attenzione di 150 ragazzi di 17-18 anni e mantenerli calmi durante la teoria in una palestra non doveva essere così semplice, invece dovetti ricredermi.
Forse il senso di responsabilità, la scoperta di poter essere ATTORE in una situazione dove poter salvare una vita , li rendeva attenti e precisi.
in realtà la riflessione che ho fatto qualche tempo dopo è che questi ragazzi tra 20 anni alla riunione di condominio quando si deciderà se mettere o meno il defibrillatore nel condominio per far diventare il “condominio protetto”, voteranno di certo SI!
E questo perché avranno compreso da giovani che il defibrillatore e la formazione ad esso legata non è un obbligo di legge, non è un corso qualsiasi, ma è un investimento sulla Vita ed un pezzo importante di un percorso di consapevolezza di ogni individuo nei confronti della società civile.
Ognuno di questi ragazzi ha imparato a fare una rianimazione , ad utilizzare un defibrillatore ed ha memorizzato nella propria mente lo schema mentale dell’approccio all’emergenza.
Alla fine del corso ci hanno ringraziati e qualcuno ha detto che avrebbe fatto il medico, altri l’infermiere ed altri ancora ci dissero una cosa che mi colpì molto:
“noi non sappiamo cosa faremo, ma una cosa è certa, porteremo con noi questa tecnica che anche se facessimo l’ingegnere o il cassiere di un supermercato farà parte del nostro bagaglio culturale..”.
Cosa potevamo aggiungere se non.. GRAZIE? Nulla. Fu una grande esperienza ed ancora oggi la ricordo con vera gioia.
La riflessione che feci e che tutt’ora porto con me è la seguente: se si iniziasse dalle scuole ad insegnare ai ragazzi delle medie, del liceo come salvare una vita, come utilizzare un defibrillatore, come praticare la manovre di heimlich, forse -e dico forse- aumenterebbe il senso civico e l desiderio di aiutare gli altri.
Quando uno strumento così potente come questo entra nella mente, poi è difficile far finta di nulla. Sono molti i genitori che partecipano ai corsi con il figlio dodicenne o sedicenne. Un bel messaggio per tutti.