Continua il rivoluzionario progetto che oltre ad insegnare a salvare vite, abbatte barriere inimmaginabili fino a poco tempo fa. Quando diversi anni fa la prima mamma non vedente chiese di effettuare il corso di manovre di disostruzione pediatriche, perché non riusciva a trovare chi fosse in grado di soddisfare la sua richiesta, mi resi conto che la nostra società era davvero chiusa.
Stefania mi raccontò che aveva provato ad iscriversi ad un corso PBLSD e che l’avevano invitata ad andarsene in quanto cieca.
“Ma se qualcuno stà per morire chi potrebbe venire a chiamare una cieca?” Una frase, pronunciata con fermezza e che aveva distrutto il legittimo desiderio di questa mamma di poter proteggere il figlio imparando le semplici manovre di Primo Soccorso Pediatrico.
Fu per me una grande soddisfazione vedere che non solo era tutto così naturale per lei, ma che la “manualità” che aveva era… straordinaria. Il passo dalle manovre di disostruzione alla rianimazione cardiopolmonare fu brevissimo e naturale. Da quel giorno in Italia ho seguito oltre 200 mamme non vedenti, ipovedenti ed accompagnatori che hanno cominciato a cambiare davvero le cose.
Iniziando proprio da casa loro.
In primis il fatto che le persone formate vivono più serene di quelle che non sanno come comportarsi, e in secondo luogo fu straordinario scoprire che un non vedente non solo con la sua straordinaria manualità può fare un massaggio che noi in tre vite non riusciremo a fare, ma che addirittura gli stessi produttori di defibrillatori in nessun paese del mondo avevano previsto la zigrinatura per il riconoscimento del tasto di scarica immaginato per l’utilizzo da parte dei ciechi.
La fortuna volle che almeno la Cardiac Science aveva pensato bene di fare uno dei pochissimi defibrillatori al mondo monotasto, e quindi non precludere ai non vedenti l’uso di questo prezioso elettrodomestico che può davvero cambiare il percorso della vita di tante persone.
In Canada sanno bene quanto è importante avere conoscenza non solo delle manovre di disostruzione, ma anche quelle di rianimazione cardiopolmonare con l’uso del defibrillatore, in quanto nel caso in cui le manovre di disostruzione non sortissero l’effetto sperato l’unica possibilità è quella di fare precocemente la rianimazione.
Ora il fatto di precludere ad una mamma non vedente questa possibilità non solo rappresenta la creazione di una vera e propria barriera culturale, ma è un reale impedimento di quello che è un legittimo diritto di ogni mamma: avere gli strumenti per poter proteggere la vita del proprio figlio.
Il bene più prezioso deve essere tutelato in ogni modo.
Quindi questi corsi per non vedenti, oramai si stanno diffondendo anche con la traduzione di manuali in braille e la creazione di audiolibri fruibile anche con smartphone, pc ed ipad. Ed ha visto la luce – è il caso di dire – il primo Istruttore non vedente nel 2014 : è un avvocato di bologna che dopo aver ottenuto con il massimo della performance il brevetto di operatore P-BLSD, ha chiesto di diventare Istruttore ed in meno di 5 mesi…è riuscito ad ottenere che il suo sogno diventasse realtà.
Segno evidente che le barriere sono solo mentali e non reali.
In Italia sono oltre 50 i bambini che perdono la vita in un anno per il soffocamento, e 73.000 le persone che perdono la vita per arresto cardiaco. Su 400.000 in tutta Europa diciamo che in Italia abbiamo una buona parte e…responsabilità.
Questo progetto rivolto ai non vedenti porterà nei prossimi anni una reale doppia rivoluzione etica e sociale, anche se ancora c’è molto da fare.
A Roma l’Unione Italiana Ciechi ed ipovedenti da oltre un anno effettua regolarmente corsi a tutti coloro che ne fanno richiesta, e nel mese di marzo 2015 sono nati altri 3 istruttori non vedenti: tutte donne.
Un segnale davvero straordinario che ci può solo far sperare che il modo che vogliamo è davvero possibile, ma dipende sempre da noi e dalla nostra forza di volontà.