Questa che pubblico, con l’autorizzazione dei genitori, è la lettera che in tutta la mia vita non avrei mai voluto ricevere. Esso ha in se tutte le motivazioni del mio fare: le Linee Guida Italiane che ho scritto per le manovre disostruzione della Croce Rossa, le migliaia di corsi che ho fatto, le migliaia di manualetti che ho fatto stampare, tutto questo è sempre troppo poco rispetto a cio’ che è questo dramma: la perdita di un figlio.
Caro Marco,non mi è facile scriverti questa lettera. Vorrei parlarti di mio figlio.
Si chiamava Francesco Aloise. Era nato il 29 ottobre 2007 ed è morto quella maledetta sera del 5 agosto 2009 soffocato da uno stupido chicco d’uva. Ero insieme a mio marito e non siamo riusciti a salvarlo.
Continuamente mi riviene in mente quella tragica sera.
Io e mio marito abbiamo agito presi dal panico richiamando alla memoria ricordi di racconti familiari. Mio marito ha preso Francesco per i piedi battendogli dietro la schiena e io gli ho messo le dita in bocca alla spasmodica ricerca di quel chicco d’uva, mentre la vita di mio figlio ci stava sfuggendo velocemente e disperatamente tra le mani.
A nulla è valso l’intervento del 118. Hanno tentato di rianimare Francesco. Ma è stato del tutto inutile. E’ giunto cadavere in ospedale. Il dottore del Pronto Soccorso ci disse che la colpa è della società che non ci insegna ad intervenire in modo corretto in caso di soffocamento. Al che ho chiesto cosa avrei dovuto fare per salvare mio figlio. E la dottoressa del 118, che per prima aveva soccorso Francesco, mi ha afferrato da dietro stringendomi forte con le braccia sopra il diaframma.
Non si riesce ad accettare la morte di un figlio. E’contro natura. Oltre al grandissimo dolore, si prova un forte senso di colpa e tanta rabbia.
Le persone che mi sono state vicine hanno tentato di rincuorarmi dicendomi “E’ stata una fatalità”, oppure “Era il suo destino” Le varie spiegazioni non mi convincevano.
Dovevo capire. Ho cominciato a cercare su Internet e ho trovato il tuo sito www.manovredisostruzionepediatriche.com. Con le lacrime agli occhi ho visto e rivisto le immagini dei video che mi facevano vedere quelle semplici mosse che avrebbero potuto salvare mio figlio e che in quei pochi momenti che abbiamo avuto a disposizione, purtroppo, né io nè mio marito conoscevamo.
Sono voluta venire da Milano a Roma ad una tua lezione interattiva per conoscerti personalmente e ringraziarti per il grande lavoro che fai nel fornire alle mamme, ai papà, ai nonni, alle maestre gli strumenti che consentono di salvare il bene più prezioso: i loro bambini.
Ti voglio mandare una foto di mio figlio.
Quando è morto aveva solo 21 mesi e 1 settimana.
Lorena, mamma di Francesco
Da: lorena fabiani
Oggetto: Autorizzazione divulgazione lettera
Carissimo Marco,
Ti diamo l’autorizzazione ad utilizzare e rendere pubblica la mia lettera integralmente come me l’hai mandata in allegato con testo, nome e foto. Non abbiamo alcun dubbio e nessuna esitazione.
Ti ringraziamo di cuore nel volere dedicare a Francesco tutti i corsi che farai.
Nel nostro grande dolore siamo comunque contenti se in ricordo di nostro figlio anche solo un bambino si possa salvare e che nessun’ altra mamma e papà si trovino come ci siamo trovati noi a non avere più il proprio figlio a causa di una morte che si sarebbe potuta evitare se solo avessimo conosciuto quelle manovre di disostruzione che stai divulgando con grande energia, convinzione ed amore.
Lorena Fabiani e Sante Aloise,
mamma e papà di Francesco Aloise