Le attuali normative prevedono che le Aziende debbano far fare ai propri dipendenti responsabili RSPP, il corso di Primo Soccorso Aziendale ai sensi del Decreto 15 Luglio 2003 n. 388. Normalmente il corso è strutturato per offrire tutte le conoscenze necessarie per ricoprire l’incarico per addetti al servizio aziendale di primo soccorso e gestione delle emergenze.
Il ruolo dell’addetto è quello di prestare assistenza all’eventuale infortunato, in attesa dell’arrivo dei soccorsi specializzati.
In particolar modo è indirizzato a lavoratori, professionisti.
Normalmente la durata del corso è di 12 ore (aziende di tipo B e C) e di 16 ore (Aziende di tipo A).
Il compito principale dell’addetto al primo soccorso, è quello di saper intervenire in caso di emergenza in attesa che arrivino i soccorsi specializzati. Per questo motivo si deve conoscere il piano di sicurezza previsto dall’azienda in cui si lavora e attuare le procedure di primo soccorso che verranno insegnate durante questo corso di formazione.
Ovviamente si dovrà effettuare in maniera professionale la chiamata al 118, fornendo correttamente tutte le informazioni necessarie, affinché l’intervento sia mirato e tempestivo. Fra i compiti in azienda, c’è quello di controllare la cassetta di pronto soccorso, verificando periodicamente la scadenza e l’efficienza dei materiali che contiene, oltre ad essere sempre aggiornati sulla tipologia di infortuni in cui possono incorrere i propri colleghi e comunicare con l’RLS, segnalando le situazioni di pericolo che riscontra.
IN questo corso vengono poi insegnate le principali tecniche di assistenza necessarie a sostenere i parametri vitali seguendo fedelmente le linee guida internazionali emanate dall’International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR).
Le aziende pero’ possono anche decidere di inserire il BLSD-PBLSD al suo interno e donare valore aggiunto in questo percorso.
Il motivo è semplice: per legge non sono obbligati a far rientrare nella formazione il BLSD , e cioè le manovre di rianimazione cardiopolmonare con uso del defibrillatore, mentre questa può diventare una scelta etica e di VERA protezione della salute.
Infatti con l’avvento del decreto Balduzzi tra meno di 240 giorni in Italia, in molti luoghi non solo si dovrà inserire un defibrillatore,ma fare formazione adeguata per fare in modo che la vita sia davvero protetta.
Il problema a questo punto nasce dal fatto che il responsabile RSPP potrebbe non voler fare il BLSD ma solo il BLS (manovre senza defibrillatore) e questo renderebbe vani gli sforzi dell’amministrazione che nel frattempo ha anche acquistato il macchinario ma..nessuno lo usa.
In alcune multinazionali hanno risolto in questo modo: l’azienda offre gratuitamente ai dipendenti che aderiscono su base volontaria dei corsi BLSD-PBLSD-Manovre Disostruzione Pediatriche.
Essi aderiscono perché si arricchiscono di un corso che gli insegna anche a salvare il proprio figlio o nipote… senza costi personali.
Poi l’Azienda chiede a tutti coloro i quali sono stati certificati (con corso accreditato al 118 regionale) chi volesse eventualmente dare la disponibilità ad essere chiamato come volontario in caso di bisogno da parte di qualche collega… dovesse mai essercene bisogno.
Per esperienza personale se il corso è fatto bene e le persone sono ben motivate oltre il 60% aderisce a dare la propria disponibilità ad intervenire in caso di bisogno.
A questo punto, di solito, l’RSPP per non sentirsi da meno aderisce anche lui.
Insomma un effetto VIRALE BENEFICO che alla fine convince tutti a formarsi ed a prestare la propria opera nel caso fosse necessario salvare una vita in Azienda.
Esempio questo, di una attività etica, che di certo ha anche un ottimo impatto nella CSR.
Chi salva una Vita… Salva il mondo intero!