Sono sempre di più i genitori che ogni giorno -venendo a contatto con informazioni ed articoli- divengono più consapevoli dei rischi che corrono i propri bambini per assenza di informazioni e formazione.
In Italia da 10 anni a questa parte è aumentata in modo considerevole l’attenzione e la consapevolezza del problema del soffocamento nei bambini più piccoli.
Prima del 2003, quando un bambino perdeva la vita per ostruzione delle vie aeree, spesso la stampa scriveva affermando che ci trovavamo dinnanzi ad “una tragica fatalità”.
Io personalmente non mi sono mai rassegnato a questa espressione che sottintendeva il fatto che NON si sarebbe potuto fare nulla per evitare l’incidente.
Fu questo il motivo per cui alla fine del 2003 sentii la irrefrenabile esigenza di creare il sito www.manovredisostruzionepediatriche.com, ancora oggi l’unico al mondo (con 1.500.000 visitatori) a diffondere gratuitamente la cultura delle manovre di disostruzione pediatriche e non solo.
Nulla di più falso si sarebbe potuto affermare in quegli anni, infatti con la prevenzione PRIMARIA (informare dei rischi evitabili chiunque vive o lavora con un bambino accanto), e con la prevenzione SECONDARIA (frequentare corsi di Primo Soccorso Pediatrico-Manovre Disostruzione e BLSD) in alcuni paesi il problema è stato ridotto drasticamente.
Primo fra tutti il Canada che, grazie alla Società di Pediatria, ha emanato delle linee guida e raccomandazioni che hanno dato risultati straordinari a vantaggio della sicurezza in tema di protezione della vita di ogni bambino.
Vediamo insieme alcuni consigli pratici che nascono delle raccomandazioni più significative divise per argomenti.
Cominciamo con il dire che ogni giocattolo che rischia di essere utilizzato da un bambino di età inferiore ai tre anni di età deve superare diversi test: ad esempio, gli occhi rigidi e i nasi delle bambole giocattolo di peluche, devono sopportare una forza di trazione di 9 kg per cinque minuti.
Se non superano questo test non saranno messi in commercio nella rete ufficiale, ed è per questo motivo che produttori clandestini senza scrupoli bypassano questi test per l’assenza di qualità, generando pericolosissime esposizioni ad incidenti. Queste esposizioni poi diventano fatali quando qualcuno per risparmiare pochi euro, li acquista e li dona ad un bambino, che diventerà vittima inconsapevole di un sistema che non lo ha saputo proteggere come doveva.
Altra grande attenzione per le neomamme dovrebbe essere posta su sonagli e ciucci, che devono avere SEMPRE i requisiti di resistenza antisoffocamento.
Impariamo a riconoscere ed a scegliere solo giochi sempre a norma.
Solo questo ultimo paragrafo dovrebbe scoraggiare a vita l’acquisto di qualunque gioco illegale, che non sia venduto in un negozio e che rispetti le norme UNI INTERNAZIONALI, ma soprattutto che e abbia ben visibile il marchio (originale) EU.
Abbiamo quindi compreso quanto sia un ruolo fondamentale la corretta educazione delle persone.
In primis possiamo affermare che quella dei genitori rivolta alla prevenzione del rischio di soffocamento, ha dimostrato essere una misura incisiva, e dovremmo tutti fare la nostra parte nella società, cercando di diffondere ovunque questo tipo di cultura.
Per quello che riguarda la legislazione e le norme in vigore purtroppo sono al momento ancora molto carenti, e devono essere sviluppate adeguatamente nella quasi totalità dei paesi del mondo.
Considerando che una migliore progettazione del prodotto, l’etichettatura e l’imballaggio possono influenzare significativamente l’esposizione dei bambini ai pericoli di soffocamento, si raccomanda che produttori e progettisti dei prodotti e servizi per bambini, usino documenti di orientamento che riassumano i potenziali rischi di soffocamento; l’etichettatura dei giocattoli e prodotti per l’infanzia dovrebbe identificare chiaramente un rischio specifico, piuttosto che fornire una semplice raccomandazione per l’età di utilizzo.
Questo -a mio avviso- è un passaggio fondamentale perché la differenza è sostanziale. Spesso siamo abituati a leggere superficialmente le etichette, per cui se OLTRE alla indicazione della età, vi fossero anche ulteriori informazioni come l’identificazione dei rischi ad incidenti specifici… sarebbe l’inizio di una vera e propria rivoluzione culturale. Un esempio pratico?
Se anche nella “casetta delle bambole” di una bambina di 5 anni, vi fosse scritto non solo che è vietato l’uso ed il gioco a bambini sotto i 3 anni, ma anche che piccoli componenti del gioco potrebbero essere inalati e causa di soffocamento per un bambino piccolo…questo oltre ad allertare chi lo acquista, avrebbe anche un compito educativo.
Si dice che “ognuno vede ciò che conosce”, e dopo aver letto una indicazione del genere, da quel momento in poi… ci si farà più caso certamente.
Mi preme sottolineare che tutto questo non è assolutamente banale e possiamo quindi affermare, che il vero cambiamento nella società, vi sarà solo e soltanto quando ognuno di noi farà la sua parte in questo progetto di educazione sociale. Potremmo definirlo un vero e proprio… salto culturale.
Questo presuppone che non si potrà più pensare di lasciare sempre “agli altri” in “toto” questo compito di crescita sociale a vantaggio della salute e della protezione della vita dei nostri bambini, ma che diventerà determinante il ruolo individuale.